La motocicletta ha affascinato il mondo per oltre un secolo ed ha contribuito a formare i mantra personali di molti leader mondiali, rivoluzionari, eroi di guerra ed icone della cultura pop, ponendo le basi a filosofie di pensiero alternative. Scopriamo insieme chi l’ha inventata e come si è evoluta fino ai giorni nostri.
La motocicletta, dai primi motori a vapore ai motori a combustione
Dire che la motocicletta è un semplice mezzo di trasporto è del tutto scorretto.
La cosa più interessante è che nessuna persona può rivendicare l’invenzione della moto in assoluto.
Gli inizi della due ruote hanno radici globali e memoria collettiva, la motocicletta, quindi, potrebbe essere definita come il primo sforzo collaborativo del mondo.
Le motociclette sono innegabili simboli di conquista. Il rombo di una moto che corre evoca nel nostro immaginario scene di ribelli in cerca di libertà, scottature da vento, giubbotti di pelle e bande antagoniste. Questo non solo oggi ma dalla fine del 1800.
L’avvento dell’automobile fu un vero punto di svolta per aumentare la velocità, migliorare il trasporto e rendere la mobilità accessibile a tutti. Con l’invenzione dei motori a vapore e delle biciclette, gli scienziati del XIX secolo si resero conto rapidamente che la combinazione di queste due tecnologie avrebbe potuto migliorare sostanzialmente il trasporto sulle strade pubbliche.
Le prime moto con motore a vapore
Il motore a vapore mediante uso del carbone fu uno dei primi tentativi di realizzazione di una moto.
Nel 1867, l’americano Sylvester Howard Roper collegò un piccolo motore a vapore a 2 cilindri ad un velocipede, ovvero ad uno dei primi modelli di bicicletta in cui i pedali sono attaccati alla ruota anteriore. Nello stesso periodo, un francese di nome Ernest Michaux attaccò un motore a vapore a un velocipede più avanzato progettato e costruito da suo padre, Pierre Michaux. Il motociclo di Ernest aveva un solo cilindro ed era alimentato ad alcol, piuttosto che a carbone, ed era collegato alla ruota anteriore tramite una doppia trasmissione a cinghia.
Nel 1881 un inventore dell’Arizona, Lucius Copeland, mise insieme una piccola caldaia a vapore in grado di far girare la ruota posteriore di una bicicletta fino all’impressionante velocità di 19 km/h.
Copeland fu il primo a chiamare una bicicletta motorizzata “Moto-ciclo”, dopo aver fondato nel 1887 una fabbrica per la produzione di esemplari a tre ruote.
Nel corso del decennio successivo, fino al 1900, vennero realizzati diversi prototipi di moto, caratterizzati da differenti sistemi di alimentazione, alcuni dei quali alimentati ad aria compressa, a orologeria meccanizzata, ad alcool e persino a gas idrogeno.
L’evoluzione della moto con motore a combustione
La prima moto alimentata da un motore a benzina vide la luce nel 1886, grazie all’ingegnere tedesco Gottlieb Daimler ed al suo partner, un progettista di motori e industriale tedesco, Wilhelm Maybach.
La vera rivoluzione nella tecnologia delle moto avvenne quando questi due inventori tedeschi riuscirono a produrre la prima moto con un motore a combustione interna a benzina. Questa macchina, chiamata “Daimler Reitwagen” ovvero carro a cavallo, è oggi conosciuta come il primo esempio di moto moderna!
Dieci anni dopo l’anteprima della “Daimler Reitwagen”, i produttori tedeschi Hildebrand &Wolfmüller” misero su la prima fabbrica per la produzione di massa di motociclette. Il loro business iniziale non riuscì a rimanere in vita molto a lungo, ma le nuove caratteristiche di sicurezza e l’aumento della domanda popolare portarono ad una grande espansione delle moto durante i primi anni del 20° secolo.
Diverse grandi aziende manifatturiere iniziarono a produrre i propri modelli di moto, in particolare inglesi e americane.
Il 20° secolo segna la grande popolarità della motocicletta
Inglesi e americani compresero le enormi potenzialità della motocicletta agli inizi del 20° secolo. Il modello monocilindrico con una sola velocità di trasmissione era il più diffuso, ma si sperimentavano anche progetti di ingegneria avanzata come le camme in testa, ingranaggi aggiuntivi e frizioni.
La sperimentazione spesso era rallentata dalle difficoltà economiche del tempo: materiali insufficienti ed alti costi di produzione erano i principali ostacoli dell’epoca.
Nonostante ciò i motociclisti cominciarono ad usare le moto non solo per il trasporto ma anche per le corse.
Moto più veloci e più potenti
La competitività ed il divertimento delle moto del XX secolo spinsero l’industria a progettare moto più veloci e più potenti, più comode e versatili delle precedenti.
Le vendite e la popolarità decollarono negli anni ’10 e ’20 e grandi produttori di moto iniziarono a nascere.
Nel 1903 Husqvarna produsse la sua prima moto e questo la rende una delle case costruttrici dalla produzione ininterrotta più vecchie del mondo.
Dagli Anni ’20 e ’30, Husqvarna Motorcycles ha costruito moto da strada partecipando a gare su strada prestigiose, come l’Isle of Man Tourist Trophy, la quale ha reso il marchio famoso in tutta Europa per l’impegno nelle competizioni internazionali.
Furono sperimentati motori a due cilindri, ora chiamati V-Twins, ma anche a quattro cilindri nel tentativo di aumentare la potenza.
All’inizio della Prima Guerra Mondiale, la moto era diventata un mezzo di trasporto veloce, affidabile e sempre più popolare. Poi, la Grande Depressione degli anni ’30 vide fallire molti produttori di moto.
L’industria americana rimase al vertice della produzione mondiale per tutti gli anni ’50. Ma questo predominio finì molto presto, poiché l’automobile stava guadagnando consensi e popolarità, grazie al boom demografico e al miglioramento del tenore di vita nel dopoguerra.
Movimento americano dei “motorbike club”
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i costi più bassi, i miglioramenti ingegneristici e le migliori reti stradali assicurarono il successo della motocicletta in tutto il mondo.
Le motociclette divennero una delle principali fonti di trasporto in Asia, soprattutto nelle grandi città. Il movimento americano dei “motorbike club”, spesso combinato con le loro rappresentazioni nei film degli Anni ’50 e ’60, accese l’immaginazione di tutta la popolazione mondiale.
La motocicletta ebbe profondi effetti sulle persone e la cultura motociclistica iniziò a mettere radici nelle società di tutto il mondo, facendo condividere una comune controcultura ed il senso di ribellione.
Molte delle icone politiche e culturali della prima metà del 20° secolo svilupparono il loro personale senso di indipendenza, di potere e di grandezza intellettuale grazie, in parte, allo spirito d’indipendenza e di libertà che regala la moto.
Motocicletta, uno dei mezzi di trasporto più accessibili
Oggi le motociclette rappresentano una delle forme di trasporto a motore più accessibili e pratiche sulle strade di tutto il mondo.
Ogni giorno più di 200 milioni di motociclette sono in uso in tutto il Pianeta. I Paesi leader che utilizzano maggiormente le motociclette sono l’India, con ben 37 milioni di motociclette/ciclomotori e la Cina con 34 milioni di motociclette/ciclomotori.
Al giorno d’oggi le moto hanno caratteristiche che i loro inventori non si sarebbero neanche sognati. Sono cambiate totalmente nel corso di un secolo e mezzo, ma la gioia legata alla guida di una moto è rimasta sempre uguale.
Le motociclette sono speciali perché incarnano il legame tra l’uomo e la macchina, un rapporto simbiotico che è sempre stato, al suo interno, di rispetto e basato sul senso di libertà.